Parcadula e libero accesso alla montagna
Alcune riflessioni sul progetto parcadula e sul libero accesso alla montagna.
di Lorenzo Clementi |
Commenti |
Immagini |
Tempo di lettura: 4 - 5 min
Nel 2015 la popolazione dei 20 comuni coinvolti nel progetto parcadula dovrà esprimersi definitivamente sulla realizzazione del nuovo parco nazionale. Quale appassionato frequentatore delle montagne della Valle di Blenio, seguo da vicino questo progetto sin dalla sua nascita. Si tartta di un'idea molto interessante che potrebbe aiutare a valorizzare un'intera regione, puntando su uno sviluppo sostenibile del turismo, nel rispetto della natura.
Il progetto Parc Adula si prefigge la realizzazione del più grande parco nazionale in Svizzera nella zona alpina dell’Adula a cavallo dei cantoni Grigioni e Ticino.
parcadula
Il problema del libero accesso
Vi è però un elemento critico: il libero accesso alla montagna. La struttura del parco prevede infatti una zona centrale, detta zona nucleo, che si estende su una superifcie di 150 km2 entro la quale le attività dell'uomo sarebbero ridotte al minimo. Limitandoci al settore dell'alpinismo e dello sci-alpinismo, ciò significa che all'interno della zona nucleo sarebbe vietato spostarsi al di fuori dei sentieri demarcati o, in inverno, al di fuori degli itinerari sciistici previsti dal parco.
Importanti a questo proposito sono la definizione della zona nucleo che si trova sul sito del parcadula e la presa di posizione delle società alpinistiche (fonte) del 21 settembre 2009. Entrambi i documenti si trovano allegati a questo post.
Equilibrio tra protezione e libertà
Le posizioni relative al libero accesso alla montagna non sono giuste o sbagliate, ma sono soggette all'interpretazione personale di ognuno di noi. In fin dei conti, si tratta di trovare l'equilibrio tra protezione della natura e libertà dell'uomo. Personalmente, reputo come molto importante la protezione della natura. Dal mio punto di vista, il compito di un parco nazionale dovrebbe perciò essere quello di permettere un accesso eticamente corretto al proprio territorio. Qualche esempio: sarebbe bene limitare al massimo e, dove possibile, vietare gli spostamenti con veicoli a motore all'interno del parco. Gli escursionisti sarebbero così tenuti a partire dai fondovalle per le loro gite o, eventualmente, potrebbero essere introdotte più corse delle linee di bus alpino. Lo smaltimento dei rifiuti dovrebbe naturalmente essere gestito in modo rigoroso, obbligando i visitatori a riportare a casa tutti i propi rifiuti. Si potrebbe vietare l'equipaggiamento di nuove vie d'arrampicata, puntando così sul clean climbing, solo per citare alcune idee.
Su questo blog si trovano due esempi di gite sci alpinistiche che in un futuro potrebbero essere vietate: Val Scaradra e Grauhorn.
Un visitatore che non lascia tracce dietro di sè
La mia visione è quella di un accesso senza restrizioni a tutto il territorio del parco, premesso che questo avvenga in modo eticamente corretto. Ogni frequentatore del parco dovrebbe spostarsi basandosi unicamente sulle proprie forze e sul materiale (viveri, attrezzatura, e altro) che può portare con sè. L'approccio dovrebbe essere quello di un visitatore che non lascia tracce del proprio passaggio e che si muove all'interno della natura, diventando parte di essa. A questa condizione, dovrebbe essere garantito il libero accesso estivo ed invernale a tutto il territorio del parco, che rischia altrimenti di diventare un museo a cielo aperto, non fruibile da chi ama la natura. La citazione seguente, tratta dalla rivista di mountain wilderness, rende bene l'idea di cosa intendo con "accesso eticamente corretto alla montagna".
Denn Wildnis heisst: den Weg suchen. Man kann sich irren und muss umkehren. Man wird viel Zeit brauchen. Man ist der Natur ausgeliefert. Wo keine Treppenstufen, kein Klettersteig-Drahtseil uns absichern, wo kein Restaurant uns erwartet, kein Lift, keine Strasse, kein Parkplatz uns bequemes Fortkommen versprechen, dort sind wir plötzlich mit uns selbst allein und konfrontiert mit der Möglichkeit unseres Scheiterns. Letztlich wäre Wildnis also auch das Territorium, in der uns das Prekäre und Hinfällige unserer Existenz bewusst werden könnte.
wildernews 67
Deciderà la popolazione coinvolta dal progetto
In conclusione, sono convito della bontà del progetto di parco nazionale ma sono allo stesso tempo preoccupato dalle restrizioni che potrebbero essere imposte agli alpinisti. Voi lettori cosa ne pensate? Qual è la vostra posizione in merito? Qual è il giusto equilibrio tra protezione della natura e libertà? (Si veda anche la discussione sul Blenio Café)
Ad ogni modo, come è giusto che sia, nel 2015 sarà la popolazione delle regioni interessate ad esprimersi su questo progetto. Da parte mia, spero di aver offerto qualche spunto di riflessione su una sfaccettatura del progetto forse poco conosciuta, ma non per questo poco importante.
Questo post ha un allegato: scaricalo qui.
Daniele [lunedì 24 marzo 2014, 09:30]
Complimenti, bel Blog. Solo una puntualizzazione sul libero accesso in Inverno; la zona della Greina/Pez Vial come anche la Val Lavez sono già ora definite come "zona di tranquillità per gli animali" (vedi Verordnung über die Eidg. Jagdbanngebiete (VEJ) kantonale Bewilligung erforderlich für sportliche Anlässe (gemäss Art. 5 VEJ) ) e pertanto solo relativamente accessibili in Inverno. Attendiamo la bozza del regolamento del parco che ci è stata promessa per quest'estate, poi potremo avere riferimenti più precisi.
clem [lunedì 24 marzo 2014, 09:54]
Ciao Daniele,
grazie mille per la precisazione. Interessante. Ero a conoscenza della zona di tranquillità per gli animali in Greina; la zona nucleo del parco, però, dovrebbe coprire un'area ben più grande.
In ogni caso la bozza del regolamento del parco ci darà maggiori informazioni.
Grazie per il commento e buona giornata!